sabato 31 marzo 2012

Con chi parlare..........


                                                    OBBIETTIVO N°1


Come avviare e sostenere una conversazione.


Timidezza


Appena seppi, solamente, che esistevo
e che avrei potuto essere, continuare,
ebbi paura di ciò, della vita,
desiderai che non mi vedessero,
che non si conoscesse la mia esistenza.
Divenni magro, pallido, assente,
non volli parlare perché non potessero
riconoscere la mia voce, non volli vedere
perché non mi vedessero,
camminando, mi strinsi contro il muro
come un’ombra che scivoli via.
Mi sarei vestito
di tegole rosse, di fumo,
per restar lì, ma invisibile,
essere presente in tutto, ma lungi,
conservare la mia identità oscura,
legata al ritmo della primavera.


Pablo Neruda




Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook


Forse… se stai leggendo questo ebook è perché sei tra quelli che
non si sentono molto bene quando si trovano a partecipare a una
conversazione con persone poco famigliari e quindi tendono a non
intervenire per la paura di essere considerati banali o noiosi e
così, per quello che in fondo è paura del giudizio, preferiscono
evitare feste o incontri e finiscono per chiudersi in se stessi.
Forse però… la tua non è una timidezza così devastante come
quella cantata da Neruda e desideri soltanto migliorare le tue
capacità di interloquire e parlare in pubblico, poiché sei
consapevole che il modo migliore per crescere è confrontarsi con
persone stimolanti.


La dinamica di fondo è semplice: se io so proporre il mio pensiero
e so accogliere quello dell’altro, cresco, perché mi nutro di una
sintesi generata dalla mia tesi e dall’antitesi posta dal mio
interlocutore. È questo ciò che mi aiuta ad approfondire il mio
pensiero, ed eventualmente a modificarlo, quando riconosco nel
pensiero dell’altro delle verità che non avevo ancora considerato.
Detto questo, è fuori dubbio che sono necessarie due qualità:
sapersi esprimere e saper ascoltare.


Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook


Credo che il primo passo sia quello di sviluppare la capacità di
ascolto, che non significa fare la bella statuina ma partecipare in
modo attivo, dimostrando che stiamo seguendo e siamo interessati
a quanto ci viene detto.
 Come fare?
 con le orecchie… che non perdono una battuta;
 con gli occhi… che seguono attentamente la scena e guardano
l’interlocutore in modo partecipe;
 con la respirazione… che deve essere in sincronia con
l’interlocutore o, incredibile ma possibile, con il gruppo intero;
 con tutto il corpo… che assume una postura in tensione verso
chi sta parlando, più o meno come quando siamo tesi verso lo
schermo della TV mentre trasmette una partita della nostra
squadra del cuore;
 e infine con la parola… da utilizzare almeno per fare domande
in merito all’argomento.


Ecco gli elementi per iniziare il percorso di miglioramento. Non
sono gesti difficili, non servono lauree né grandi contenuti per
avere esiti dignitosi e anche i più timidi avranno la possibilità di
partecipare senza l’obbligo di doversi dischiudere o rivelare
qualche cosa di se stessi che non si sentono di dichiarare.


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SEGRETO n. 1: la tua capacità di ascolto è fondamentale:
non solo con le orecchie, ma anche con gli occhi, con la
respirazione in sincronia, col body language e… con la parola.


Ma se un timido vuole andare avanti ci vuole dell’altro, poiché
non è sempre possibile mettersi solo nella parte di ascolto attivo.
Pensate a un incontro tra due timidi che faticano a parlare: non c’è
proprio niente da ascoltare in questo caso! Immaginiamo quindi
una situazione in cui un timido vorrebbe “attaccare bottone” con
la persona che gli sta seduta di fronte sul treno.


Primo passo: per un approccio a una conversazione, può essere
interessante l’utilizzo di quelle frasi che si considerano banali,
come un commento sul tempo, un giudizio semplice su un fatto di
cronaca o sulla situazione che si sta vivendo socialmente, il più
possibile senza retorica o luoghi comuni.


È vero, sono le solite ovvietà, ma hanno la grande funzione di
farci capire se e quanto ci interessa l’interlocutore e capire quindi
se valga la pena continuare o se forse non sia meglio mettersi a
leggere il giornale.







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